Dedicato alla mia adorata cricca di colleghi e colleghe immodesti, sarcastici e vagamente snob e a quei due…

“L’unico vero rivale è il proprio potenziale. L’unico fallimento è non riuscire a vivere appieno le proprie possibilità”.

 Abraham Maslow

È frequente che la modestia sia presa come un sintomo di illuminazione e che l’immodestia sia la prova dell’allontanarsi dal Giusto Sentiero.
Che peccato!

Intanto si confuta da sola: “essere modesto” sarebbe uno stato migliore di altri, è una affermazione che ha a che fare con un dislivello. Ed è difficile farlo capire al modesto: come ti viene in mente che sia arrogante, proprio lui/lei è così buon@ e democratic@!?
In secondo luogo ci sarebbe una via all’Illuminazione nota al modesto, che più di altri sarebbe al “servizio della Vita”.

Se fosse solo questo, sarebbe appena un tema divertente su cui esercitare – esattamente come sto facendo – ironia e grandi capacità espressive. Questo discorso è alla base di uno dei principali problemi del Mondo: che i migliori non si prendono la responsabilità che la maggior coscienza porta con sé.

Nessuno è obbligato a nulla in questa esistenza, o almeno lungi da me costringere qualcuno a fare qualcosa. Quando parlo di responsabilità non parlo di obbligo, ma di superiore “capacità a rispondere” agli stimoli con una presa in carico legata a tutto “ciò che io vedo e tu non riesci ancora a vedere”.
(Per questo spesso gli stimoli arrivano in forma di irritazione generata dalle persone meno coscienti).
(E per questo credo che una lieve ipersensibilità che molti confondono con snobismo verso gli atteggiamenti in-coscienti è sintomo di Illuminazione incipiente e non il contrario)

Pertanto, quando porgi l’altra guancia fai ben attenzione a non farlo perché l’altro è come te, ma per dargli una lezione!
Sarai così generoso da fargli vedere quello che non vede ancora?
Goditi questo momento. Quanta maggiore profondità e comprensione – e quanto ben espressa! – sta nel trattenerti nel dare un altro ceffone e sentire la tua superiorità. L’altro infatti – preciso in fretta – ha tutti i tuoi stessi diritti quanto a essere umano e proprio per questo non lo schiaffeggerai a tua volta. Ma no, non state sullo stesso livello.

E tu che sei ad un livello più alto di coscienza, (e tu lo sei, se no perché tu staresti leggendo questo, invece di Novella 2000?) hai poco tempo per perché arriva subito una cattiva notizia.
Non hai nessunissimo vantaggio nell’essere migliore, solo maggiore responsabilità.
(Vedi sopra “stessi diritti, né meno né più”).

Per altro, oltre a nessun vantaggio, non c’è nemmeno merito ad essere migliore.

Ma la notizia peggiore arriva ora: se è vero – con una generalizzazione orientativa – che tutti nasciamo con pari opportunità di essere eccellenti, la cosa più vicina ad una causa scatenante della propensione all’eccellenza è, nella mia esperienza (per non dire nel mio caso), la genitorializzazione. Messo dal padre e dalla madre nella posizione di accudirli, il bambino si proietta in una sfera di adultità e si costringe a giustificare la propria posizione, facendo tutto il possibile (il più delle volte un lavoro molto duro) per essere eccellente. Ahimè! Se sapessero, i migliori, che devono la loro eccellenza, sí proprio a quei due…